Sergio Focardi
L’aborto è un omicidio? No, non lo è.
La Corte Suprema americana ha emesso una sentenza che limita il diritto all’aborto. Questa sentenza ha causato indignazione nel mondo laico e progressista. Il commento generale è che questa sentenza costerà molto cara alle donne. Io sono laico e agnostico, nel senso che non credo in nessuna religione. Personalmente ritengo che la decisione della Corte Suprema americana non sia un segno di civiltà come alcuni sostengono, ma un ritorno alla barbarie.
Sono anche preoccupato delle possibilità di contagio di questa decisione, nel senso che la decisione della Corte Suprema americana possa influenzare molti in Europa e spingere verso una revisione del diritto all’aborto in nazioni come l’Italia. Si pone percio’ la domanda di quale sia strategia migliore per controbattere questa scellerata decisione.
Purtroppo devo dire che insistere sui diritti delle donne a determinare la propria maternità mi sembra una strategia debole di fronte alle ragioni addotte contro l'aborto. “L’utero è mio e lo gestisco io” è uno slogan che ha avuto una forza dirompente nel passato ma oggi non emoziona più. Bisogna andare alla radice del problema.
La radice del problema aborto è religiosa. Quasi tutte le grandi religioni assumono che un essere umano abbia un’anima immortale. In particolare sia il Cristianesimo sia l’Islam assumono che l’uomo sia caratterizzato da un’anima immortale che lo distingue dalla materia di cui è fatto. Che cosa sia l’anima e se possa essere identificata con l’autocoscienza e con la mente è argomento di discussione.
Non voglio entrare in questa discussione ma vorrei osservare che se l’anima deve essere immortale non puo’ essere identificata con la mente e le sensazioni che sono processi che evolvono durante la vita di una persona e si puo’ immaginare spariscano con la morte. Sembra anche difficile identificare l’anima immortale con l’autocoscienza in quanto anche l’autocoscienza sembra essere un processo che evolve e sopratutto, non è sempre presente. Ad esempio, durante un’anestesia non siamo coscienti (in realtà non lo sappiamo, potremmo semplicemente non ricordare)
L’anima dovrebbe quindi essere un concetto metafisico, un oggetto spirituale che tuttavia è in relazione con i processi mentali e cognitivi. Lasciamo ai teologi la discussione su che cosa sia l’anima e come sia legata alla mente ed all’autocoscienza. Dal punto di vista dell’aborto il problema è capire quando l’anima si unisce al corpo. Su questo punto non esiste accordo fra le religioni.
Nella visione cristiana attuale l’anima si unisce al corpo al momento del concepimento, cioè al momento in cui lo spermatozoo si unisce all’uovo. In realtà il concepimento è un processo molto complesso in cui centinaia di milioni di spermatozoi entrano in vagina nell’atto sessuale ma solo uno sopravvive fino a fecondare un uovo. Nella visione cristiana dopo il concepimento l’ovulo fecondato è un essere umano.
Per contro, secondo l’Islam, o almeno secondo certe interpretazioni dell’Islam, “l’animazione” cioè l’associazione di un anima all’uovo fecondato, avviene 120 giorni dopo il concepimento.
Ora, chiaramente stiamo parlando di posizioni concettuali che non possono in alcun modo essere ne corroborate ne rifiutate. Il concetto metafisico di anima è probabilmente non intelligibile. Ammesso che si possa capire che cosa si intende con anima, resta la domanda: come sappiamo se l’anima si unisce al feto al momento del concepimento, 120 giorni dopo o qualunque altro numero di giorni. Sono tutte domande che non potranno mai avere risposta. E’ insensato legiferare sulla base di nozioni cosi’ altamente dubbie.
Proviamo a ragionare sostituendo al concetto metafisico di anima il concetto di mente, o di autocoscienza. La scienza non ha alcuna idea di come contenuti mentali possano essere associati ad un sistema materiale quale un cervello. Direi di più, la scienza è solo conoscenza di struttura, conoscenza delle relazioni fra osservazioni. La scienza è agnostica sulla natura del mondo. La domanda: Che cosa è, non ha una risposta scientifica.
Non solo questo, ma la scienza non sa come ragionare sull’autocoscienza. L’autocoscienza è un qualche cosa inspiegabile dal punto di vista scientifico. Una interessante prospettiva sull’autocoscienza è data dall’articolo di Thomas Nagel Che effetto fa essere un pipistrello? Noi non sappiamo davvero ragionare sull’autocoscienza.
Allora noi non sappiamo come e quando un feto diventi un essere senziente dotato di autocoscienza. Possiamo cercare di fare qualche ipotesi associando la mente alla complessità del sistema nervoso del feto. Ma in realtà non sappiamo se la complessità giustifica la mente. Blake Lemoine, un ingegnere di Google, sostiene che Google ha sviluppato delle intelligenze artificiali cosi’ complesse da essere senzienti. Pochi credono davvero che l’intelligenza artificiale di Google sia senziente.
Tuttavia, rigorosamente, allo stato attuale delle conoscenze non siamo in grado di verificare o respingere questa affermazione. Non sappiamo se e come la complessità strutturale produca autocoscienza. In realtà le considerazioni da fare sono estremamente difficili. Ad esempio, la complessità fisica è replicabile a livello macroscopico di circuiti mentre l’autocoscienza è unica. Tuttavia, a livello quantistico non è detto che si possa duplicare una struttura. Forse l’autocoscienza è legata in qualche modo alla meccanica quantistica.
Noi non sappiamo come l’autocoscienza sia associata ad un feto. Non sappiamo come accada che il sistema nervoso produca un essere senziente. L’affermazione che un feto è un essere umano a tutti gli effetti è molto dubbia. In realtà non abbiamo nessuna nozione di come e quando un feto eventualmente sviluppi sensazioni.
Dal punto di vista religioso il problema dell’aborto è dato dalla convinzione che un feto anche nei primi mesi di gestazione sia comunque un essere umano completo. Sulla base di questa convinzione l’aborto è considerato un omicidio. Chiaramente di fronte a questa convinzione i diritti delle donne passano in secondo piano. La religione non giustifica l’omicidio.
Allora mi sembra chiaro che se vogliamo mantenere il diritto all’aborto dobbiamo lavorare per far capire che l’affermazione che un feto è un essere umano a tutti gli effetti non è giustificata. Non sappiamo come l’autocoscienza si forma nel feto ma non abbiamo nessuna ragione di pensare che per una considerevole parte della gestazione il feto sia un essere senziente sia pure molto primitivo.
E’ necessario che chi ha una fede religiosa abbia l’umiltà di capire che le sue credenze sono soggette al dubbio e quindi lasci che ognuno decida per se. Questa considerazione gioca un ruolo importante per arrivare ad un concetto di civiltà che consenta la convivenza di laici e religiosi.
Nel passato abbiamo avuto esempi di credenze religiose che alla fine hanno ceduto al dubbio. Ad esempio, per molto tempo si è creduto che certe donne fossero davvero streghe, che facessero orge sessuali con i diavoli, e che avessere la capacità di produrre a distanza effetti negativi quali morti e malattie. Sulla base di queste convinzioni migliaia di donne sono state torturate e uccise nei modi più sadici.
Progressivamente il dubbio sulla stregoneria ha prevalso e alla fine la nozione di stregoneria è stata abbandonata nel codice penale e l’orrore dell’Inquisizione è finito. Ancora oggi molti credono che esistano persone con la capacità di fare danni a distanza con pratiche quali il malocchio. Queste convinzioni, che pure sono molto forti in alcune persone, non sono pero’ sufficienti a cambiare il sistema legale che non prevede crimini a distanza. Il dubbio prevale quando si legifera.
Per concludere, per salvare il diritto all’aborto non è sufficiente invocare i diritti delle donne. E’ necessario minare alla base la concezione che un feto sia un essere umano a tutti gli effetti. Non lo è. Un feto è un insieme di cellule che solo alla fine del processo di gestazione inizierà un percorso che lo porterà a diventare un essere umano. Ma per una gran parte del processo di gestazione è veramente difficile pensare che il feto abbia sensibilità e autocoscienza.
Ovviamente nessuno pensa che l’aborto sia un valido sistema di controllo delle nascite. L’aborto è un’esperienza traumatica per ogni donna che deve farlo. Ma non si puo’ rovinare la vita di una donna con una gravidanza non voluta e non si puo originare una vita se ha ogni probabilità di essere infelice. L’amore per la vita non puo’ essere confuso con la convinzione che sia cosa giusta produrre nuove vite: non lo è. L’amore per la vita è amore per la gioia e la felicità.